Si parte, la tregua è finita. Collezionisti, investitori, e nuovi milionari del BRIC, sono sempre – anche in tempi difficili – a caccia di Alta Orologeria specialmente di quella rara. Il 26 gennaio prossimo – giorno dopo la conclusione del Salone dell’Alta Orologeria Antiquorum – casa specializzata nella vendita di orologi di lusso – aprirà la stagione delle aste che per motivi economici si tengono oramai sempre più a Est dalla Svizzera, luogo dove spesso nascono le meraviglie meccaniche che le animano.
Aste 2013 “Important Modern & Vintage Timepieces” Hong Kong
Al Mandarin Hotel al solito il marchio di lusso Patek Philippe giocherà la parte del leone. Il top lot dell’asta è la referenza 5074 in platino con calendario perpetuo, ripetizione minuti e tourbillon – in due parole un Grande Complication. La tradizione vuole che a potersi fregiare di questo titolo sia un orologio che contenga 3 supreme complicazioni meccaniche: la prima deve dare un’informazione astronomica, come è il caso del calendario perpetuo; la seconda deve essere una funzione sonora, come la ripetizione minuti; la terza in genere ricorre a una o più lancette per fornire un’indicazione supplementare del tempo, solitamente il cronografo, oppure essere una complicazione del tutto diversa come, nel caso specifico della Ref. 5074, un tourbillon.
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Patek Philippe 5074P – foto © Antiquorum.com
Introdotto nel 2002, tre anni dopo nella versione in oro rosa e infine nel 2009 in platino, è la referenza “figlia” della 3974 cui condivide il Calibro, ad eccezione del gong che nell’ultimo, per ottenere un suono più forte e cristallino, gira intorno due volte il perimetro della cassa. Suona la suoneria a cattedrale altrimenti chiamata Westminster Chime, per intenderci quella del Big Ben. L’orologio in asta è stato costruito nel 2010 ed è ovviamente intonso e accompagnato da una dotazione completa, come se fosse appena uscito dalla Maison.
E’ in vendita al lotto 120. Stima: Eur 380k – 470k Eur.
A seguire per importanza un altro Patek Philippe. Si tratta della Ref. 3939R venduto la prima volta il 28 giugno 2010. E’ un pezzo raro, monta il Calibro RTO 27 PS dalle cui sigle puoi anticipatamente cogliere le complicazioni principali a bordo: in questo caso R = Répetition Minute, TO = Tourbillon, 27 è il diametro in millimetri, PS = Petit Second (piccoli secondi). Con i suoi 34 mm di diametro è ancora e rigorosamente un Patek Philippe “vecchia guardia”.
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Patek Philippe 3939R – foto © Antiquorum.com
Anche lui in dotazione completa, incluso certificato da cronometro rilasciato dal COSC, è stimato: 255K – 355k Eur.
Continuando a volare sempre alto, ma “cambiando stavolta colori”, passiamo a quelli incredibili di un Jaeger-leCoultre Gyrotourbillon 1. L’esemplare in asta è il n° 68 di 75 tutti con cassa in platino. Gyrotourbillon è un tourbillon multiasse (biassale) cui progetto si deve principalmente alle mani esperte di Eric Coudray. La complicazione di Gyrotourbillon 1 non sta solo nelle due gabbie che roteando come per magia s’incrociano all’infinito, ma anche nell’equazione del tempo (in questo esemplare regolata con la longitudine e latitudine della città di Lisbona), nel calendario perpetuo con indicazione del mese retrograda – della data a scatto istantaneo segnata con due lancette retrograde – e della riserva di carica anch’essa segnata nello stesso modo delle precedenti funzioni.
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Jaeger-LeCoultre Gyrotourbillon 1 – foto © Antiquorum.com
Stima: 194K – 290K Eur.
Potrai trovare altri orologi in asta nei cataloghi Antiquorum a questo link.
contaminuti
Intanto, nel 1932, la Patek Philippe era passata di mano, acquistata dai fratelli Charles and Jean Stern, che svilupperanno l’elegante modello Calatrava e il primo orologio da polso con i 24 fusi orari. Nel 1989 si festeggia un’altra pietra miliare, il Calibro 89, presentato in occasione del 150° anniversario di attività. Nove anni di lavoro tra progettazione e costruzione, 1728 pezzi rifiniti a mano e ben 33 complicazioni, tra cui il calendario secolare perpetuo: ad oggi questo orologio astronomico è il più complesso della casa ginevrina.Nel 1993, le redini ancora saldamente nelle mani di casa Stern, l’azienda investe in un’imponente progetto di comunicazione. Nasce la campagna Generazioni: “Un Patek Philippe non si possiede mai completamente” – recita lo slogan – Semplicemente si custodisce”.La strategia punta dritta al cuore, un esemplare della rinomata casa ginevrina non invecchia mai, “segna” il tempo, ma è “senza” tempo. Il segreto è nella ineguagliabile qualità, sapiente mix di maestria artigianale e tecnologia, e nell’inconfondibile design, estrema sintesi di classicità e modernità.Le meravigliose collezioni dell’unica manifattura a gestione familiare – dal 2009 il presidente è Thierry Stern – rimasta a testimoniare l’antica vocazione orologiaia ginevrina, sono in mostra nel “Patek Philippe Museum”, inaugurato a Ginevra nel 2001. Mentre chi si trova a Milano può ammirare e scegliere il proprio Patek Philippe nella più grande e sontuosa boutique monomarca europea appena inaugurata dai maestri orologiai nel cuore della città, in via Pietro Verri 9.